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164 Q4 (Top Car)

СообщениеДобавлено: Пт мар 25, 2011 3:58 am
Ромуальд
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Re: 164 Q4 (Top Car)

СообщениеДобавлено: Пт апр 22, 2011 12:09 am
Ромуальд
UN BALZO IN PRIMO PIANO

È stata progettata per gli adisti più puri. La nuova ammiraglia della Casa del Biscione è una «integrale» senza compromessi e privilegia soprattutto la sportività. Por la sua personalità si fa perdonare lo scarso confort di marcia e la guida piuttosto impegnativa. Prevista per gennaio, costerà quasi 85 milioni di lire.



Tutta la coppia è gestita con intelligenza

Un costruttore prestigioso, con alle spalle una tradizione tecnica di tutto rispetto come l'Alfa, non poteva certo ripiegare su uno dei tanti sistemi di trazione integrale esistenti per trasformare la sua ammiraglia in una 4x4 prestazionale. Per la « 164- ci voleva qualcosa di specifico, che ne valorizzasse il comportamento e, contemporaneamente, ne salvaguardasse la personalità. Il nuovo sistema « Viscomatic». sviluppato dall'Alfa in collaborazione con l'austriaca
Steyr-Puch, centra l'obbiettivo affidandosi all'elettronica. La distribuzione di coppia tra avantreno e retrotreno viene gestita, infatti, in modo «intelligente» da un computer. Il cuore del sistema è un classico giunto viscoso, che non trasmette, però, una coppia prefissata, dipendente esclusivamente dalle sue caratteristiche fìsiche, ma è in grado di variare l'intensità del suo intervento, istante per istante, in base alle esigenze di guida. La centralina elettronica riceve informazioni relative ad alcuni parametri (coppia motrice totale richiesta, angolo di sterzatura delle ruote, slittamento tra avantreno e retrotreno, velocità della vettura e di ogni singola ruota) e in base ad esse decide la quantità ottimale di coppia che deve essere trasferita al differenziale posteriore. Per modulare l'azione del giunto, viene impiegato un piccolo pistoncino che col suo movimento varia la distanza tra le lamelle e quindi aumenta o riduce l'attrito intemo. Ad ogni posizione assunta dal pistoncino tra inizio e fine corsa corrisponde un diverso comportamento del giunto. Tra giunto e differenziale posteriore è stato inserito, inoltre, il gruppo epicicloidale con la funzione di amplificare la differenza di velocità tra ingresso e uscita del giunto, per rendere più rapido e sensibile il suo intervento, ma anche per ridurre, grazie al suo contributo, la coppia gestita dal giunto stesso. Una volta arrivata al retrotreno la coppia viene ridistribuita tra le due ruote da un differenziale autobloccante Torsen, introdotto per migliorare la motricità. In questo modo ne trae anche notevole vantaggio la maneggevolezza della vettura sui percorsi misti. La ripartizione variabile in modo continuo della coppia motrice annulla alcuni limiti delle attuali trazioni integrali, in quanto riduce le tensioni negli organi di trasmissione, soprattutto in curva, porla al massimo la stabilità in frenata, e convive perfettamente col sistema ABS. Grosse novità anche dal cambio, ora a sei marce. La nuova rapporta tura è stata scelta per rendere più facilmente disponibile la coppia erogata dal motore. Quest'ultimo, infine, ò il ben noto V6 tre litri 24 valvole della «Quadrifoglio», a cui ovviamente sono state apportate alcune modifiche per adattare meglio la curva di potenza alle particolari esigenze della trazione integrale.


Con la «Quadrifoglio» (sarà disponibile a partire da gennaio) la «164» si inserisce nella ristretta élite delle ammiraglie a trazione integrale, simbolo di prestazioni, ma anche di prestigio e, talvolta, di sicurezza. Rispetto alle tedesche Audi e Mercedes, l'Alfa Romeo si differenzia nettamente. Le «concorrenti», infatti, hanno giocato la carta del confort e della sicurezza, mentre l'Alfa ha puntato tutto sulla sportività dell'aspetto, delle prestazioni. Il tutto è condito con un inedito cambio a sei marce, che dà lustro alla vettura, ma comporta anche il pagamento dell'insensata «tassa per le fuoristrada», dovuta da tutte le auto con trazione 4x4 e con più di cinque marce. Tradotto in soldoni, si deve pagare un supplemento di 840.000 lire sulla già salata tassa di proprietà annuale (678.000 lire, senza l'autoradio). È probabile che il proprietario di questa tre litri non si preoccupi più di tanto del balzello, ma è anche possibile, non foss'altro per ripicca, che qualcuno rinunci all'acquisto. La bella linea della prima «164» di Pininfarina ò stata un po' appesantita. L'eleganza del disegno è stata sacrificata a favore di un «look» più corsaio-lo. La grinta non manca, ma le minigonne laterali e i finti cerchi scomponibili non convincono del tutto. In compenso si sarebbe potuto fare uno sforzo maggiore per ottenere una più spiccata caratterizzazione dell'abitacolo. Sono soprattutto la strumentazione, la plancia, i fianchetti porta e, forse, parte della componentistica ad aver bisogno di qualche arricchimento. La selleria, invece, è all'altezza della situazione, rivestita di morbida pelle, cosi come il volante. Apprezzabile il sedile di guida, che consente molti tipi di regolazione, compresa quella della lunghezza del piano di seduta. Purtroppo, però, lo spazio non ò adeguatamente dimensionato anche per le persone più alte. L'Alfa ha preferito evitare ogni compromesso e per l'abitacolo è stata scelta la soluzione a quattro posti. Il divanetto posteriore ò stato sostituito con due poltroncine quasi indipendenti. Peccato che questa scelta coraggiosa non sia stata seguita anche dalla modifica di alcuni particolari. Pensiamo. ad esempio, all'impianto di climatizzazione, che non prevede comandi separati, né bocchette regolabili per i posti posteriori. Curata la sicurezza. Oltre all'ABS e alla struttura resistente agli urti laterali. c'è anche l'airbag per il posto guida. Totalmente trascurata, invece, la capacità di carico. Nonostante il «ruotino» di scorta, la trazione integrale penalizza motto lo spazio del bagagliaio. ridotto da 536 a 357 dm. Con la -Q4- l'Alfa porta alle estreme conseguenze il concetto di trazione integrale asservita all'ottimizzazione del comportamento stradale nella guida sportiva. Il sistema consente, infatti, di rendere disponibile a tutte le ruote la coppia che garantisce la miglior tenuta nelle diverse condizioni. Il suo contributo si fa sentire soprattutto nella guida al limite, quando bisogna domare i quasi 230 CV del motore. Sotto il cofano, infatti, c'e un propulsore capace di offrire grandi soddisfazioni agli appassionati. Ad entusiasmare non ò soltanto l'esuberante prontezza nel prendere i giri, ma anche e soprattutto l'inconfondibile ruggito che si diffonde dagli scarichi, quando si preme a fondo l'acceleratore. Alla richiesta di potenza il V6 risponde con una progressione piacevole e grintosa, che trova conferme nel responso del cronometro: meno di otto secondi per raggiungere, da zero, i 100 km/h, un risultato di tutto rispetto, considerata anche la non trascurabile massa di oltre 1800 kg (in condizioni di marcia), che la «04» deve portarsi dietro. Il fardello della trazione integrale si rivela assai più penalizzante in ripresa. E, infatti, nonostante quasi venti cavalli in più (228 contro 211), la versione 4x4 ò meno veloce della « 164 V6 24V Super». Nel passare da 70 a 140 knVh si fa staccare di quasi quattro secondi dalla sorella meno potente, ma più leggera di oltre 200 kg.Il motore si accoppia a un cambio a sei marce che vanta una manovrabilità abbastanza precisa con innesti -secchi», come si conviene a una vera sportiva, ma lamenta scarsa rapidità, nonostante la corsa della leva sia abbastanza contenuta. Il fastidio si avverte soprattutto in scalata, manovra durante la quale il selettore va un po' «aiutato- nella «ricerca» delle marce. Ben studiata la scalatura: i primi tre rapporti sono piuttosto ravvicinati per sfruttare la migliore aderenza nello spunto, garantita dalla trazione integrale. che annulla, o quanto meno riduce, il pattinamento. Inoltre, può capitare di incontrare qualche difficoltà nell'inserimento della «retro». Da perfezionare anche lo sterzo, che necessiterebbe di maggior precisione, soprattutto nei piccoli angoli, e di una risposta più progressiva. Il comando risulta molto sensibile alle sconnessioni dell'asfalto; spesso occorre correggere prontamente la traiettoria, anche in rettilineo, per recuperare la linea ideale, quando si mettono le ruote su fondi non omogenei. La responsabilità è in parte dei pneumatici larghi e ribassati (205/55), che faticano più di quelli stretti a seguire il profilo della strada quando l'asfalto è irregolare. In compenso, la gomma più larga offre notevole attrito in frenata, come abbiamo potuto verificare durante i nostri test. Gli spazi d'arresto, infatti, sono piuttosto buoni, cosi come lo erano stati per la «164 V6 Super-. Entrambe le vetture si fermano in poco meno di 40 metri, partendo dalla velocità di 100 km/h. La valutazione complessiva sull'impianto risente, però, della non ottimale modulabilità del pedale, che tende ad allungarsi con l'aumentare dello sforzo esercitato dal conducente. Il tipo di gomme è responsabile anche, in questo caso con la complicità delle sospensioni, del non perfetto assorbimento delle irregolarità dell'asfalto. Il fenomeno risulta particolarmente sensibile, quando si irrigidiscono gli ammortizzatori, selezionando la taratura «sport» delle sospensioni a smorzamento controflato. D'altro canto, l'assetto sportivo offre notevoli vantaggi nel comportamento dinamico della vettura, che imposta e segue con maggior fedeltà le traiettorie, anche a notevole velocità, nonostante le già citate caratteristiche dello sterzo. La notevole aderenza certamente dipende dal sofisticato sistema di trazione integrale, ma non va sottovalutato nemmeno il contributo delle sospensioni. La presenza della trazione integrale sembra, però, avere scarsa influenza sulla stabilità della vettura, già abbastanza critica sulle «164» normali. Infatti, la «04»» risulta particolarmente sensibile ai bruschi trasferimenti di carico. La vivacità nei cambiamenti di assetto consente ai conducenti più smaliziati di sfruttare il rilascio per accelerare la velocità di inserimento in curva. Con le precauzioni d'obbligo, in questo caso, la guida assume una connotazione piacevolmente corsaiola e consente notevoli soddisfazioni soprattutto sui percorsi misti più impegnativi. C'è il rischio, però che il conducente, rassicurato dalla notevole tenuta di strada, sottovaluti la velocità in curva e possa trovarsi in difficoltà nel caso, ad esempio, di un ostacolo improvviso da scartare. Le ultime considerazioni le riserviamo al consumo. La richiesta di carburante, davvero notevole quando si decide di adottare una guida sportiva, rimane, al contrario, entro limiti accettabili sui percorsi autostradali a velocità Codice. Se si esagera con l'acceleratore si corre il rischio, nonostante la notevole capacità del serbatoio, di avere un'autonomia limitata: con un pieno di 75 litri si fanno a stento 400 chilometri. Ma, ne siamo certi, si troveranno dei veri «alfisti» disposti a pagare anche un prezzo cosi alto.